Ritorna a p. 2 – Filosofia e post-verità
Sinossi del libro
Questo libro è diviso in due parti: nei primi tre capitoli introduciamo alcuni concetti chiave tra cui quello di verità, post-verità e indagine1INDAGINE – Pratica del raccogliere, soppesare e valutare le prove a nostra disposizione in relazione alla domanda, o alle domande, di nostro interesse, al fine di formarci credenze vere e/o rivedere credenze false su di essa (cfr. Capitolo 3. Indagine).; nei capitoli 4, 5 e 6 presentiamo tre modelli teorici utili a spiegare la post-verità per poi svilupparne in dettaglio uno, ponendo particolare attenzione al fenomeno del negazionismo scientifico.
Scendendo più nello specifico, nel capitolo I spieghiamo come la post-verità sia un fenomeno variegato, la cui natura non possa essere catturata per mezzo di un solo modello teorico. Infatti, riteniamo vi siano almeno quattro tipi di fenomeni che sono coinvolti nella post-verità: le fake news; l’attribuzione di priorità probatoria alle emozioni rispetto ai dati su questioni oggettive; la credulità sui social-media; infine, l’impiego delle teorie del complotto per difendere forme di negazionismo scientifico. Questi fenomeni sollevano la questione del rapporto tra verità, credenza e giustificazione e, più in generale, il problema di come condurre razionalmente indagini su questioni sulle quali si vuole conoscere la verità. Per trattare in modo preciso e filosoficamente interessante la post-verità, introduciamo quindi nei capitoli II e III i concetti di verità e di indagine insieme a quelli, strettamente correlati, di proposizione, credenza e giustificazione. Questi concetti giocheranno un ruolo importante per articolare il nostro approccio pluralista alla post-verità, che verrà trattato nel capitolo 4. In questo capitolo sviluppiamo infatti tre modelli esplicativi, utili a districare e comprendere la varietà di fenomeni correlati alla post-verità. Per fare questo ci serviamo del concetto di post-indagine, ovvero un’indagine svolta con qualche anomalia. Le anomalie che individuiamo sono di tre tipi: il primo tipo introduce una forma irragionevole di relativismo su questioni fattuali (post-indagine sui post-fatti); il secondo tipo attribuisce un ruolo probatorio eccessivo a fattori soggettivi (post-indagine basata sulle post-prove); infine, il terzo tipo di anomalie determina delle aberrazioni nelle regole che guidano l’indagine (post-indagine basata sulle post-norme).
Negli ultimi due capitoli approfondiamo il modello della post-indagine basata sulle post-norme che, a nostro parere, è il più idoneo a comprendere forme di negazionismo scientifico come la cosiddetta teoria terrapiattista. Verrà quindi spiegata, nel capitolo 5, la nozione di filtro epistemico che gioca un ruolo centrale nel nostro modello della post-indagine basata sulle post-norme. Un filtro epistemico2FILTRO EPISTEMICO – Modo di regolare l’indagine tale da escludere da essa alcune prove e controprove (cfr. Cap. 5, p. 2). limita la validità di applicazione delle norme che regolano l’indagine in modo da rendere inefficace un certo insieme di prove e controprove. Sebbene non tutti i filtri epistemici costituiscano un fattore negativo per l’indagine, quello impiegato dai negazionisti risulta essere particolarmente problematico in quanto limita radicalmente la possibilità di rivedere e criticare l’indagine e abbassa significativamente la probabilità che le teorie sviluppate in questo ambito di indagine siano vere – in questo senso la post-indagine comporta un’aberrazione normativa.
Questo crea una nicchia cognitiva che isola i negazionisti dalla possibilità di confrontarsi con critiche esterne, dando luogo alle cosiddette “camere dell’eco”. Infine, nel capitolo 6 spieghiamo nel dettaglio come ciò avvenga comparando il negazionismo scientifico ad altre modalità di applicazione dei filtri epistemici: consideriamo, in particolare, l’applicazione dei filtri alla ricerca scientifica e all’indagine scettica cartesiana.