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Filosofia e post-verità
La nostra formazione e la nostra produzione scientifica si inseriscono nella tradizione teoretica della filosofia occidentale, in particolare della filosofia analitica. Il contributo che vogliamo portare consiste nello sviluppare modelli teorici utili a spiegare i comportamenti di alcuni gruppi sociali circa le loro pratiche conoscitive. In questo senso, l’indagine filosofica sulla natura della conoscenza e della verità risulta centrale. La filosofia si è sempre interrogata sulla natura e i limiti della conoscenza umana e di ciò che possiamo dire vero e falso. Fin dall’antichità, opere come il Teeteto di Platone hanno posto la questione della definizione della conoscenza; Aristotele, allievo di Platone, ha offerto una metafisica volta a spiegare la natura della realtà in stretta relazione con l’impresa scientifica; gli stoici hanno cercato di fornire un resoconto sistematico delle forme attraverso cui conosciamo il mondo. Questi tentativi di sistematizzazione filosofica sono poi stati contrastati da reazioni scettiche come quella pirroniana, che hanno tentato di demolire ogni certezza. Nel Medioevo Tommaso d’Aquino si è interrogato su come la mente possa rappresentare la realtà, mentre la discussione successiva alla formulazione da parte di Bacone delle basi metodologiche della scienza moderna è stata fortemente influenzata dallo scetticismo cartesiano. Cartesio ha cercato di dissolvere il dubbio scettico tramite una fondazione della conoscenza su basi certe, ma il dibattito moderno successivo, culminato con gli argomenti scettici di Hume e la risposta trascendentale di Kant, ha portato la questione della conoscenza a un ulteriore stadio di analisi. L’idealismo kantiano è stato messo in crisi dagli sviluppi delle scienze moderne, provocando una reazione nel XX secolo con l’empirismo logico del circolo di Vienna, che rinunciava a una fondazione certa della conoscenza, affidando al metodo scientifico la risposta sulla natura della conoscenza. A seguito di questo primo tentativo di fondazione scientifica della conoscenza, il dibattito su di essa è continuato nella nuova tradizione di pensiero filosofico nota come filosofia analitica, nata da un’operazione di connubio di diverse scuole di pensiero come l’empirismo logico, la corrente anti-idealistica della filosofia britannica a cavallo tra il XIX e XX secolo, e il pragmatismo caratteristico della filosofia americana a partire da fine Ottocento (per un utile approfondimento sulle origini della storia della filosofia analitica si veda Tripodi 20151Tripodi, P. (2015) Storia della filosofia analitica. Dalle origini ai giorni nostri, Roma: Carocci.).
Non è un’esagerazione dire che l’attuale panorama filosofico internazionale vede la filosofia analitica come corrente principale, estremamente prolifica e presente in buona parte delle istituzioni universitarie di tutto il mondo. La filosofia italiana, pur venendo da una tradizione in cui la storia della filosofia è stata preminente, vede ora una comunità di studiosi analitici ampia e vivace, ben radicata sia sul territorio italiano sia in moltissime sedi di ricerca estere. È in questo filone di pensiero che noi ci collochiamo. Tramite una serie di concetti forgiati all’interno di questa tradizione, relativi soprattutto alla teoria della verità e all’epistemologia, vogliamo fornire dei modelli teorici per capire i fenomeni sociali compresi sotto il termine di “post-verità”. Crediamo che tali modelli offrano le basi per sviluppare un quadro teorico utile a comprendere aspetti chiave della post-verità. Tuttavia, siamo ben consapevoli che ciò non sarà sufficiente a rendere conto della complessità e varietà della post-verità. Al fine di avere un quadro teorico più completo è infatti necessario l’apporto di altre discipline come la sociologia, la science education, la psicologia cognitiva e i media studies. Solo attraverso un approccio multidisciplinare possiamo adeguatamente comprendere la post-verità in ogni suo aspetto. Ci auguriamo quindi che questo lavoro possa costituire un’occasione per avviare un simile progetto.