Glossario
CREDENZA (O GIUDIZIO) – Quello stato mentale volto a rappresentare la realtà e il cui contenuto consiste in una proposizione che viene presa come vera.
EPISTEMICO – Relativo a conoscenza o giustificazione.
ESPERTO – Relativamente a un certo ambito di indagine X, un esperto è colui che soddisfa i seguenti criteri: (i) possiede un alto numero di informazioni accurate su X; (ii) è in possesso di metodi di acquisizione, sistematizzazione e rielaborazione dell’informazione che ne garantiscono l’accuratezza; (iii) la sua funzione di esperto su X è riconosciuta dalla comunità d’indagine. Occorre tenere distinta la questione di che cosa renda una persona “un esperto” dalla questione di come individuare chi sono gli esperti. La prima questione è coperta da questa breve definizione, mentre la seconda questione è molto più complessa perché richiede l’elaborazione di criteri utili a identificare una persona come un esperto.
FATTI – Anche chiamati “stati di cose”, sono quegli aspetti della realtà che rendono vera una proposizione.
FILTRO EPISTEMICO – Modo di regolare l’indagine tale da escludere da essa alcune prove e controprove (cfr. Cap. 5, p. 2).
FONTE EPISTEMICA e FONTE ISTITUZIONALE – Un agente o un’istituzione che produce o trasmette delle prove e delle controprove. Essere fonte epistemica non implica che le prove e controprove prodotte siano accurate (alcune fonti epistemiche sono affidabili, mentre altre possono non esserlo).
GIUSTIFICAZIONE – Una ragione a favore o contro la credenza in una proposizione. Il termine “giustificazione” ha un uso tecnico in epistemologia e, a seconda della teoria epistemologica che si adotta, può essere definito in maniera differente. In questo saggio usiamo il termine grosso modo per indicare l’avere ragioni a favore o contro la credenza in una certa proposizione (per un’introduzione alle diverse teorie sulla giustificazione si veda Volpe 2015).
INDAGINE – Pratica del raccogliere, soppesare e valutare le prove a nostra disposizione in relazione alla domanda, o alle domande, di nostro interesse, al fine di formarci credenze vere e/o rivedere credenze false su di essa (cfr. Cap. 3, p. 1).
NORMA EPISTEMICA – Ciò che regola la formazione, la revisione, e il mantenimento delle nostre credenze fornendo all’indagatore indicazioni su cosa sia epistemicamente lecito e illecito credere nello svolgere l’indagine (cfr. Cap. 3, p. 2, §3.3. La struttura normativa dell’indagine).
POST-FATTO – Fatto appartenente a una delle tante versioni alternative della realtà (cfr. Cap. 4, p. 1, §4.1.1. Post-fatti).
POST-INDAGINE – Concetto disgiuntivo che denota un’indagine svolta con una delle seguenti anomalie: o basata sui post-fatti; o basata sulle post-prove; o, infine, basata sulle post-norme (cfr. Cap. 4, p. 4, §4.2. Una pluralità di fenomeni).
POST-NORMA – Il risultato di una distorsione delle norme dell’indagine determinata su filtri epistemici basati su una teoria del complotto che getta discredito su tutte le fonti epistemiche istituzionali (cfr. Cap. 4, p. 3, §4.1.3. Post-norme ; Cap. 5 ; Cap. 6).
POST-PROVA – Prove di natura soggettiva, spesso su base emotiva, utilizzate per svolgere un’indagine su questioni oggettive (cfr. Cap. 4, p. 2, §4..1.2. Post-prove).
PROPOSIZIONI – Entità astratte che svolgono primariamente il ruolo di contenuto di credenze e asserzioni e che possono essere vere o false (cfr. Cap. 2, p. 1, §2.2. Verità e portatori di verità). Nel testo utilizziamo la notazione {p} per riferirci a una proposizione generica.
PROVA (e CONTROPROVA) – Una prova è un elemento a sostegno della verità di una credenza, mentre una controprova è un elemento a suo sfavore. Ci sono due modi in cui le nozioni di prova e controprova possono essere intese. Una prova a favore della proposizione {p} può essere una prova direttamente a favore della verità di {p} oppure una prova a favore dell’affidabilità del processo cognitivo che ha portato alla formazione della credenza che p. Analogamente, una controprova per {p} può essere una prova direttamente a favore della falsità di {p}, oppure una prova che mette in discussione l’affidabilità del processo che ha portato alla formazione della credenza che p. Questa precisazione in relazione alle controprove è necessaria se si vuole tenere conto della differenza tra quelli che, entro un quadro grosso modo affidabilista, in letteratura vengono chiamati undermining defeaters e overriding defeaters (si veda Pollock 1986).
RELATIVISMO – Include una varietà di posizioni filosofiche, più o meno radicali e con un ambito di applicazione più o meno ampio, accomunate dall’idea che non si possa prescindere da elementi prospettici nel valutare la realtà. In questo saggio discutiamo solamente una tipologia di posizioni relativiste – ovvero, il relativismo circa la verità, o relativismo aletico. Nella sua versione ingenua, il relativismo aletico sostiene che la verità di ogni proposizione sia sempre relativa a un sistema di credenze; nella versione moderata invece, il relativismo aletico sostiene che la verità di un certo insieme di proposizioni (ad esempio, quelle che vertono su questioni di gusto) sia sempre relativa a un sistema di credenze (cfr. Cap. 2, p. 3, §2.5. Alcuni fraintendimenti frequenti sulla nozione di verità).
SCETTICISMO – Posizione filosofica che sostiene la totale e ineliminabile mancanza di giustificazione o conoscenza riguardo a un certo ambito dell’indagine (o, nella versione più radicale, a tutti gli ambiti d’indagine). Lo scetticismo sulla giustificazione è indipendente da quello sulla conoscenza: si può essere scettici sul fatto che possiamo avere conoscenza in un certo ambito, senza dubitare che si possano avere giustificazioni per credere proposizioni in quell’ambito. Nella storia della filosofia sono emerse due forme di scetticismo diverse: lo scetticismo antico e quello moderno. Lo scetticismo antico richiede la sospensione di ogni nostra credenza (inclusa la credenza nella verità di tale scetticismo!), mentre quello moderno sostiene che sia giustificato credere che non possiamo avere giustificazione o conoscenza in un certo ambito (cfr. Comesaña, Klein 2019). In questo libro parliamo solamente di scetticismo moderno sulla giustificazione.
SOSPENSIONE DEL GIUDIZIO – Uno stato mentale, alternativo alla credenza, in cui un soggetto si astiene deliberatamente dal prendere una posizione nei confronti della verità (e falsità) della proposizione (o delle proposizioni) su cui svolge l’indagine.
STANDARD EPISTEMICO – La tipologia che caratterizza le prove e controprove ammissibili in un’indagine. L’uso che facciamo in questo libro di standard epistemico non ha a che fare necessariamente con la qualità epistemica delle prove. Piuttosto stiamo qui impiegando una nozione quantitativa di standard: più vengono escluse dai filtri epistemici prove utili a sfidare l’accettazione di una proposizione, più si abbassano gli standard epistemici in senso quantitativo. Ciò è indipendente dalla qualità epistemica delle prove che vengono escluse. Se, ad esempio, si escludessero solo prove qualitativamente deboli, allora il filtro epistemico adottato sarebbe plausibilmente considerato come un buon filtro (come spesso si pensa circa le epistemologie immuni al problema scettico come quelle esternaliste). La post-indagine basata sulle post-norme esclude però prove e controprove qualitativamente di livello
alto, dal momento che esclude le istituzioni scientifiche, determinando quindi un basso livello qualitativo delle prove e delle controprove; almeno in questo caso bassi standard epistemici quantitativi comportano anche bassi standard qualitativi.
TESI DUHEM-QUINE – Tesi secondo cui un esperimento non può mai costituire una controprova conclusiva per una teoria T dal momento che, nel valutare la teoria, si devono considerare anche le ipotesi ausiliarie che sono state utilizzate nella progettazione ed esecuzione dell’esperimento (ad esempio, le ipotesi sul funzionamento degli strumenti sperimentali utilizzati). Se chiamiamo le ipotesi ausiliarie “IA”, un esperimento può costituire al massimo una prova per la falsità della congiunzione di T e IA. È quindi logicamente consistente con il risultato dell’esperimento sia la scelta di rifiutare la teoria, sia, invece, quella di rifiutare le sole ipotesi ausiliarie (si veda Duhem 1914 e Quine 1951).
VERITÀ – La proprietà che possiede una proposizione qualora la realtà sia come viene
rappresentata dalla proposizione (cfr. Cap. 2, p. 3, §2.3. La proprietà della verità e la sua analisi).