4.1. Macchine molecolari per fare le molecole
Uno dei compiti principali delle macchine molecolari naturali è la produzione di altre molecole. Gli esempi più importanti di questo tipo di nanomacchine sono le DNA polimerasi, che si occupano della replicazione delle molecole di DNA, e i ribosomi, nei quali vengono fabbricate le proteine (Goodsell 2009)1Goodsell, D. S. (2009) The machinery of life, New York: Springer.. Nel 2013 David Leigh e i suoi collaboratori all’Università di Manchester, nel Regno Unito, sono riusciti a costruire una macchina molecolare capace di sintetizzare una catena di tre amminoacidi (tripeptide), secondo una sequenza prestabilita e programmata nella macchina stessa (Lewandowski 2013)2Lewandowski, B., De Bo, G., Ward, J. W., Papmeyer, M., Kuschel, S., Aldegunde, M. J., Gramlich, P. M. E., Heckmann, D., Goldup, S. M., D’Souza, D. M., Fernandes, A. E., Leigh, D. A. (2013) Sequence-specific peptide synthesis by an artificial small-molecule machine, Science, 339: 189-193.. Nonostante il sistema sia molto sofisticato e sfrutti una complessa serie di reazioni chimiche, è possibile, tralasciando i dettagli, spiegarne il funzionamento in maniera piuttosto semplice come schematizzato nella Fig. 27.
Il rotassano 8 (Fig. 27a) è composto da un anello molecolare A, sul quale si trovano un sito catalitico (S) e un sito di aggancio (G) che possono reagire con un amminoacido, e da un componente filiforme rigido B, tappato (T) ad una estremità, lungo il quale si trovano tre diversi amminoacidi (X, Y e Z) in un ordine prestabilito. Poiché gli amminoacidi sono ingombranti, essi costituiscono dei “fermi” per il moto di traslazione dell’anello A lungo il filamento B. Inizialmente, dunque, l’anello A può spostarsi lungo il filamento per via del moto Browniano solamente fra il tappo T e l’amminoacido X (Fig. 27b). Quanto l’anello giunge nelle vicinanze di X, il sito S, rompendo e formando legami chimici, trasferisce l’amminoacido X dal componente B al sito di aggancio G dell’anello. Una volta rimosso X dal filamento, l’anello A, spostandosi lungo il filamento, può raggiungere l’amminoacido Y; quando ciò accade, si ripete il processo descritto in precedenza e l’amminoacido Y viene trasferito dal filamento all’anello. Successivamente, quando anche il terzo e ultimo amminoacido (Z) è stato trasferito con le stesse modalità, l’anello può separarsi dal filamento e il tripeptide sintetizzato dalla macchina molecolare può essere isolato (Fig. 27b).
Questo sistema è infinitamente più semplice e molto meno efficiente di un ribosoma. Bisogna però considerare che è mille volte più piccolo ed è completamente sintetico. Un giorno, forse, le industrie chimiche si serviranno di macchine molecolari per preparare farmaci o altre sostanze utili. Si può anche ipotizzare che nanomacchine capaci di preparare biomolecole direttamente all’interno dell’organismo potrebbero essere utilizzate per correggere disfunzioni di tipo biochimico, quali deficit di vitamine o proteine, evitando l’insorgere di malattie.