2.1. Movimenti lineari
Tutti i movimenti muscolari volontari ed involontari del nostro corpo derivano da nanomotori naturali che sviluppano movimenti di tipo lineare. Sono responsabili di questi movimenti molecole proteiche molto complesse indicate col nome di miosina. Molto schematicamente, queste molecole sono costituite da una lunga coda a cui sono collegate due grosse teste (Fig. 10a, in alto a destra).
Nelle cellule dei muscoli (Fig. 10a) moltissime molecole di miosina sono assemblate tramite le code per dare un filamento dal quale si protendono le teste; queste si attaccano ad altri filamenti, paralleli a quelli della miosina, che prendono il nome di actina e che funzionano come una guida. Una reazione chimica che coinvolge la specie adenosintri-fosfato (ATP, Fig. 11) fornisce al sistema energia che viene utilizzata per far cambiare radicalmente la forma delle teste della miosina e per costringerla, come conseguenza di questo cambio di forma, a spostarsi lungo il filamento di actina (Fig. 10b).
In un muscolo che si contrae rapidamente, ciascuna unità di miosina si muove cinque volte al secondo, percorrendo una distanza di circa 10 nm ad ogni movimento. Si stima che per generare la forza necessaria ad afferrare una palla da baseball ci vogliono due miliardi di questi movimenti nanometrici. Il compito dei motori molecolari lineari non si limita alla contrazione muscolare. All’interno delle cellule opera una vera e propria rete ferroviaria per trasportare sostanze da una parte all’altra della cellula. Questi nanometrici “treni merci” sono azionati da motori molecolari lineari come la kinesina e la dineina.
La kinesina, ad esempio, consiste di una parte motrice, costituita da due teste e di una zona destinata alla cattura e al rilascio del carico da trasportare (Fig. 12). Le due teste della parte motrice, in seguito a reazioni chimiche coinvolgenti l’ATP che possono ospitare, si legano e si separano a turno da un microtubulo (un filamento fatto di proteine largo 30 nm e lungo 50.000 nm), in pratica camminando sopra di esso con passi di 72 nm, alla velocità di 1.000 nm al secondo.
Fig. 12. La kinesina è un motore molecolare lineare in grado di trasportare un carico lungo un binario costituito da un microtubulo. Anche in questo caso l’energia necessaria per azionare la parte motrice della kinesina proviene dalla rottura di molecole di ATP in particolari siti localizzati nelle teste.
Occorre notare che le varie parti della figura non sono in scala: il microtubulo ha dimensioni molto maggiori rispetto alla kinesina.
Crediti: RCSC PDB e David S. Goodsell, The Scripps Research Institute, La Jolla, USA.